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RECENSIONI - QUANTO TEMPO RESTA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

BUSCADERO di Andrea Trevaini

Perlè AKA Gianluigi Scamperle aveva già attirato la mia attenzione con il suo precedente primo disco IL BLU E IL NERO, ma con QUANTO TEMPO RESTA il salto di qualità e di maturità del cantautore veronese è notevole. Il disco è ancora prodotto da John Agnello (già con Sonic Youth e Mark Lanegan), registrato e mixato a New York, presso lo studio Water Music e alle incisioni hanno partecipato eccellenti musicisti quali: Antonio Gramentieri, Giovanni Ferrario, Diego Sapignoli.

I suoni sono scarnificati, essenziali, niente di superfluo appesantisce il sound di un disco che poggia le sue radici nel rock americano, sporcato da influenze western morriconiane, ma quello che fa la differenza rispetto ad altri prodotti similari è la valenza dei testi delle canzoni di Perlè, che non ha npaura di misurarsi con il divino, la cui presenza costituisce il nucleo portante di QUANTO TEMPO RESTA. Basta ascoltare AVE MARIA per rimanere stregati da questa ballata che pur rivolgendosi salla madre di Dio, non le lascia la minima speranza, in un mondo dove non c'è posto per lei che vola in cielo a testa in giù, guardando una terra in cui tuona ancora il cannone. D'altronde già l'iniziale SOLAMENTE AMORE NON CI SALVERA ci lascia poche speranze in un pianeta, dove i Re Magi spacciano Dio e Allah e in cui ci ricorda, poco dopo Perlè, con una citazione dal film di Schaffner, LE SCIMMIE NON TREMANO. Anche la dolce ballata LA BAMBINA è una riflessione amara sui tempi che aspetteranno le nostre figlie "Dormi, dormi, arriva Gesù/Da un pò di tempo non lo sento più". La ballataLA PRIMAVERA NON TORNERA' pur nella sua rassicurantetonalità western, ci preannuncia una fine buia, da cui Dio non ci salverà. Anche le altre canzoni ci conducono su percorsi non testualmente semplici, ma di grande impatto emotivo e musicale che dura fino alla finale QUAL'E' IL TUO NOME, ultima disperata preghiera di Perlè impreziosita dalla chitarra di Israel Nash Gripka, mentre l'apparente love-song BUON COMPLEANNO ha il fascino perverso di una murder-ballad di Nick Cave.

 

SOUNDMAGAZINE di Valentina Zardini

Pare doveroso iniziare una recensione citando subito la produzione artistica di John Agnello (Mark Lanegan), la preproduzione Giovanni Ferrario (PJ Harvey, John Parish), John Agnello a registrazione e mix e Greg Calbi al mastering allo studio Water Music di New York. Perchè doveroso? Perchè le sonorità oltreoceano si sentono eccome. Premo con decisione questo tasto, poichè solo considerandolo si coglie l’essenza più profonda di questo lavoro. “Siamo in un film western”, ho pensato subito. Di quel “west” c’è la necessità di muoversi in spazi aperti, desertici, infiniti, per riflettere, per inspirare ed espirare aria nuova. C’è un uomo solitario che fischietta malinconici ritornelli, che racconta una favola agrodolce, oscillando tra il sacro o il profano. “Quanto tempo resta” evoca l’attesa, un desiderio di cambiamento, un’evocativa stasi meditativa.Se ascoltato attentamente, si coglie un legame strettissimo tra i testi e l’emotività che esce dalla voce. Quest’ultima è quello che mi è rimasta più addosso, che mi ha incuriosito e mi ha riavvicinato a questo cantautore, che si interroga con profonda sincerità e con altrettanta schiettezza si pone all’ascoltatore. Perlè ha intrapreso, fin da “Il blu e il nero” un viaggio introspettivo, che l’ha portato a soffocare, a risalire a galla, a godere dei km fatti, delle esperienze vissute e farle sue, condividendole con tutti, senza alcuna maschera, ma con addosso tutta la polvere di tutte le strade percorse e da percorrere.

 

EXTRA MUSIC MAGAZINE di Stefano Torrese

Gianluigi Scamperle, per brevità chiamato Perlè, esce a cavallo della fine del mondo secondo i Maya con il suo secondo album “Quanto Tempo Resta” disegnando un mondo post-apocalittico dove l'amore è un sentimento ancora sconosciuto. Le atmosfere cupe stridono con le melodie semplici ed italiote. Il sound è, infatti, curato da una crew internazionale che vede la produzione artistica di John Agnello (Sonic Youth, Mark Lanegan) e Giovanni Ferrario (PJ Harvey, John Parish) e la collaborazione di Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli (entrambi con Howe Gelb, Mark Ribot, Steve Wynn, Huga Race), di JD Foster al basso nel brano Vertigine e di Israel Nash Gripka in Luna Piena.“Quanto Tempo Resta” è un concentrato di sonorità pesanti e Perlè canta come un Mark Lanegan cresciuto a pane e De Andrè. L'iniziale Solamente Amore Non Ci Salverà è un inno di battaglia coadiuvato da un'energica chitarra acustica sullo sfondo. Il sapore british di Le Scimmie Non tremano viene interrotto da un ritornello post-punk con un incipit da catastrofe nucleare “Nel lago nero ti porterò / un cielo senza la luna io ti darò / dov'è la tua rivincita?”. Si perde di mordente nella cadenzata preghiera di Ave Maria, dove Perlè recita una litania facendo il verso a Cohen; insieme a La Bambina sono i momenti meno riusciti dell'album. Il cantautore veronese si spersonalizza troppo, dando l'impressione di ascoltare cover tradotte in italiano dei suoi autori di riferimento.Nel guazzabuglio di idee messe in campo emerge anche una vena strumentale di ottima fattura, caratterizzata da un'attitudine low-fi e uno sguardo rivolto ad un vintage dal sapore analogico. Chloe riprende la stessa perversione dell'ultimo Nick Cave, La Primavera Non Tornerà è caratterizzata da un arrangiamento chitarristico alla Johnny Marr. Echi del periodo new-wave fiorentino, con riferimenti più ai Litfiba che ai Diaframma, sono riconoscibili per tutta la durata dell'album ma soprattutto nei brani Buon Compleanno e Dimmi Il Tuo Nome, finalizzata da una stupenda coda rumoristica. Perlè si inserisce con personalità nella lista del cantautorato post-moderno. Le linee di confine sono precise e solo raramente si concede in territori a lui poco congeniali. Un album maturo, costruito perfettamente attorno alla voce piena di Gianluigi Scamperle e ricco di sonorità che difficilmente si ascoltano nel panorama dei cantautori italiani. 

 

STORDISCO di Max Sannella  Voto ◆◆◆◆◇

Il cantautore veronese Gianluigi Scamperle in arte Perlè arriva al secondo appuntamento discografico con un disco che fronteggia la visione di un mondo – quello attuale – nera, concupiscente, abrasa da congetture, scalini sociali insormontabili e profezie che si mettono di mezzo come aggravi psicologici di iettatura.“Quanto tempo resta” – una tracklist di rock cangiante - prende in considerazione armonie mex, atmosfere languide e rabbugliate, un post del post che si fa fermo immagine sulle quadrature dell’uomo inteso come entità pensante e non, sguardi abbondanti verso ineluttabili destini comuni o personali che si avvertono ovunque il disco arrivi col suono; l’artista procede in una capacità di confidare i suoi stati d’animo come in un racconto continuo, una concrezione interiore che pian piano si scioglie in un ascolto tutto sommato piacevole – senza magari picchi d’alta ingegneria sonora – ma un buon passaggio di trame meditabonde che creano pensieri e che sembrano portarti nella loro stessa direzione. Con la produzione artistica di John Agnello (Mark Lanegan), Diego Sapignoli eAntonio Gramentieri (Steve Wynn, Ribot e Hugo Race), JD Foster basso in “Vertigine” e Israel Nash Gripka nel pezzo “Luna piena”, il disco scivola malinconico e amaro, forte di riverberi e pezzi di vetro che si aprono e si richiudono come una ferita magmatica, prettamente da ascoltare in solitaria, magari con un fuoco vicino ad illuminare l’anima sofferente che qui dentro non accenna a riabilitarsi anche momentaneamente; epidermico e di stomaco, tutto si snoda in un lungo sussulto oniricamente subdolo, liriche che non danno possibilità, tra retaggi Laneganiani e unNick Cave impreziosito di sfighe psichedeliche a ripetizione mentre il destino si compie come in un abbecedario fatalista.Con il vezzo istintivo delle ballate murder western, la regressione umana va a ricombaciarsi con gli stilemi Darwiniani sull’origine della specie “Le scimmie non tremano”, la pray emozionale per una speranza che in fondo non esiste “ Ave Maria”, l’evanescenza di un canto indios a ninna nanna sopra l’innocenza e la fragilità infantile “La bambina” o l’amore che si espande in uno slow assassino di bellezza desertica “Buon compleanno”, un tappeto di suoni delicati e fughe asprigne che hanno nel caracollare ritmato di “Luna piena” il massimo dello splendore che Perlè confeziona e distribuisce come un dono inaspettato.Dopo aver ascoltato “Carolyne says” cover del Lou Reed di Berlin, quello che ci rimane in bocca è il sapore di un flusso sonoro di gran rispetto, un diabolico tracciato che sembra nato in un soffio divento contrario, e forse lo è. Stupendo!

 

 

MESCALINA

Perlè, nome d’arte dell’artista veronese Gianluigi Scamperle, si presenta con Quanto tempo resta, il suo secondo album dopo il positivo esordio di Il blu e il nero ( 2009).La produzione di John Agnello (Sonic Youth, Mark Lanegan), la registrazione e il mixaggio fatti allo studio Water Music di New York e la partecipazione di ottimi musicisti comeGiovanni Ferrario ( PJ Harvey, John Parish), Antonio Gramentieri e Diego Sapignoli(entrambi con Howe Gelb, Mark Ribot, Steve Wynn, Hugo Race) segnano l’impronta musicale del disco influenzato da sonorità d’oltreoceano.I dieci brani del disco, che dura poco più di 37 minuti, spaziano quindi tra suoni post-rock, western, linguaggi musicali desertici, murder ballads, che ricordano gli artisti sopra citati ma anche Nick Cave, Morricone, Guano Padano e Calexico e che, uniti ai testi sempre sospesi tra terreno e divino, tra speranza di cambiamento e cupo pessimismo, creano un mix estremamente affascinante, oltre che maledettamente piacevole all’ascolto.Si comincia con Solamente amore non ci salverà, un chiaro invito alla ribellione, che vede il tessuto musicale tramato con una chitarra tra il beat e la psichedelica; segue Le scimmie non tremano, che è il singolo scelto per il lancio del disco: il brano si sviluppa in uno scenario futuristico e preoccupante, da Pianeta delle scimmie su un tappeto sonoro acido sixties.Ave Maria, caratterizzata dalla splendida chitarra di Antonio Gramentieri, è una ballata nera, una invocazione disperata e senza speranza: “…questo mondo non fa per te, Maria non c’è posto per te …”; Chloe evoca sciamani, invocazioni, riti pagani e tribali, tra suoni dark/psichedelici, La Bambina delicata ninna nanna, è scandita da un fischiato in puro stile (spaghetti) western, mentre La primavera non tornerà ripiega su sonorità semplici, ma di grande effetto, e il suo testo brancola in un pessimismo da fine del mondo.Si prosegue a passo di valzer con il ricordo di un incontro molto intenso, ma ormai passato, con Vertigine, seguita da Buon compleanno, una ballad scura, lenta, avviluppata con un’atmosfera nera come la pece, scritta per il compleanno dell’amata; a seguire il duro e “straziante” suono di Qual’è il tuo nome, un’altra una preghiera disperata in primo piano “…. presto la fine arriverà …” , per arrivare così alla chiusura con Luna piena delicata ballata, voce e chitarra (suonata dal bravo Israel Nash Gripka).Se questo disco fosse un film sarebbe un Western diretto da Tarantino con richiami ai noti maestri italiani del genere spaghetti western.Si tratta sicuramente di un lavoro di grande fascino ed atmosfera, imperniato su un suono sempre “grande” e brillante, a tratti un po’ apocalittico, misterioso e pessimista nei testi, che pare specchio del mondo contemporaneo e che ci consegna un Perlè in grande crescita come musicista, ma anche come uomo, disincantato attore dentro un mondo che gli va sempre più stretto.

 

DONATO ZOPPO

Quando un disco profuma di America. Non quella altisonante ed epica di Springsteen nè quella generazionale degli assalti al cielo di CSNY. Quella più oscura, sottile, in filigrana tra demoni e nottate. Per il suo secondoalbum Perlè – al secolo Gianluigi Scamperle, ex Kasanova – ci va negli States, recluta John Agnello e uno stuolo di musicisti (Gramentieri, Sapignoli, Ferrario) che stars & stripes le respirano. Il risultato è Quanto tempo resta, album sabbioso e laneganiano, che scarta e dribbla fino a non poter più rimandare l’appuntamento con il tempo, grande protagonista dell’opera. Rock d’oltreoceano, punteggiato di stelle e deserti.

 

L'ARENA di Beppe Montresor

Il cantante e autore veronese. Un album con scenari molto cupi. La vita sembra come sospesa, paralizzata nell'attesa di qualcosaGianluigi Scamperle, in arte PerlèAumentaDiminuisciStampaInviaCommenti 0A tre anni di distanza da Il blu e il nero torna a farsi sentire il cantante ed autore veronese Perlè, nome d'arte di Gianluigi Scamperle. Il nuovo lavoro, uscito per la La Rosa Records con distribuzione Venus, s'intitola Quanto tempo resta (l'allusione potrebbe essere a un'ipotetica fine del mondo, negli ultimi tempi molto attuale grazie alla profezia Maya) e si sviluppa su un percorso stilistico coerente con l'album precedente, sia dal punto di vista del clima sonoro che della vena poetica. SE IN QUELLA RACCOLTA i due colori citati nel titolo esprimevano però una dualità, una compresenza di dolcezza e di oscurità, Quanto tempo resta tratteggia scenari decisamente cupi, in cui la vita sembra come sospesa, paralizzata nell'attesa di qualcosa (un aiuto divino più che un cambiamento umano?) che possa dare uno scossone di redenzione. Solamente l'amore non ci salverà è il titolo del brano che apre una sorta di concept-album in cui la voce affilata di Perlè (anche alla chitarra acustica e in qualche caso al synth) risulta convincente e coerente nella tessitura dell'affresco, che ha semmai il solo limite (ma è un limite?) proprio nella sua uniformità «climatica».E del resto le scelte di Perlé sono anche questa volta chiare e perentorie nella scelta dello sfondo sonoro, di marca western/apocalittica come lo poteva essere un pezzo come Man In The Long Black Coat del Dylan di Oh Mercy.INSIEME a Perlè una squadra di prim'ordine, come John Agnello e Giovanni Ferrario alla produzione e alla pre-produzione (gente già al lavoro rispettivamente per Sonic Youth e Mark Lanegan e per PJ Harvey e John Parish). In sala di registrazione, inoltre, il chitarrista Antonio Gramentieri e il batterista Diego Sapignoli (esperienze con Howe Gelb dei Giant Sand, Steve Wynn, Marc Ribot, Hugo Race...), oltre a JD Foster al basso e Israel Nash Gripka alla chitarra acustica in due diverse occasioni.Una raccolta ambiziosa e ben lavorata, a conferma di un autore dotato di personalità e buoni ascolti e letture (riferimenti agli Indiani d'America, a Jim Morrison, a certe cose di Nick Cave). Ora attendiamo di ascoltarlo dal vivo.

 

SPAZIOROCK di Marco Mazza

Atmosfere western e desertiche per il secondo lavoro di Perlè, ovvero Gianluigi Scamperle (ex frontman dei Kasanova), con "Quanto Tempo Resta". Per questa release il cantautore veronese ha potuto contare su un supporto e una collaborazione di primo livello, soprattutto per quando riguarda la produzione. Vede infatti la partecipazione di personaggi come John Agnello, Diego Sapignoli, Antonio Gramentieri e Greg Calbi al mastering; tutti impegnati con artisti d'oltreoceano e, forse, causa delle forti influenze nordamericane in cui è immerso il disco.Se il sound vede un leggero cambiamento rispetto al precedente "Il Blu E Il Nero", le tematiche ripartono proprio da dove si era fermato il lavoro precedente, formando un unico filo conduttore. Un disco molto personale, in cui l'attesa per i futuri eventi si fonde con le speranze e i dubbi di un sempre sincero Perlè. Come sua consuetudine l'artista è capace di saltare agilmente da un campo all'altro, dal sacro e al profano, dall'amore alla morte, alternando immersioni in apnea a brevi respiri. "Quanto Tempo Resta" si snoda su dieci tracce, partendo da brani disillusori come "Solamente Amore Non Ci Salverà" o la post-apocalittica "Le Scimmie Non Tremano", in cui l'uomo torna alla sua origine autosconfiggendosi. Si prosegue poi in un saliscendi continuo all'interno dell'animo del cantautore, il tutto sempre avvolto in atmosfere malinconiche. C'è spazio per una ninna nanna come "La Bambina", metafora della fragilità dell'anima dell'uomo, si possono trovare poi brani apparentemente 'religiosi' come "Ave Maria" e "Qual È il Tuo Nome", in realtà richieste di un aiuto che sembra non arrivare mai, passando per pezzi come "Buon Compleanno", dedicata al grande amore di Perlè. In "Vertigine", in cui si tratta lo 'sbandamento' causato dalla passione, assieme alla conclusiva "Luna Piena", la paura dovuta all'imprevedibilità degli eventi, si possono ascoltare le collaborazioni di alcuni ospiti. Nella prima quella di JD Foster al basso e nella seconda quella del cantautore statunitense Israel Nash Gripka. "Quanto Tempo Resta" è lungi dal rappresentare un capolavoro del cantautorato tuttavia, pur senza picchi, Perlè realizza un lavoro intimo, emotivo e personale, in cui le sue riflessioni, spesso non leggere, scorrono comunque fluide nelle orecchie, disegnando uno specchio con cui l'ascoltatore si può facilmente confrontare.

 

ROCK GARAGE di Amleto Gramegna

Secondo lavoro per il cantautore Gianluigi Scamperle, in arte Perlè, tre anni dopo il precedente Il Blu e Il Nero. Uscito pochi giorni prima del 21.12.2012 (allusione alla presunta profezia maya), il disco è un concept album sul tema dell’attesa. Attesa come attesa di un viaggio in ampi spazi desertici, attesa come protagonista assoluta di suoni e visioni, attesa come la fine di un mondo conosciuto. I dieci brani sono caratterizzati da sonorità western/murder ballad, tra il Nick Cave più cupo e il Dylan di Oh Mercy (con una benedizione del “man in black” Johnny Cash), con un buon gioco di squadra dei comprimari scelti, nonché caratterizzati dall’attento lavoro in sala di regia. Collaborano, infatti, John Agnello (noto per i lavori di Sonic Youth e Mark Lanegan) e Giovanni Ferrario (PJ Harvey, John Parish) ed il loro apporto si sente, eccome. Però le dieci tracce non permettono all’artista veronese il grande salto. Forse è quell’atmosfera da saloon che stanca presto. Ave Maria è molto coinvolgente.Bambina è una ninna nanna apocalittica, una murder ballad, mentre Vertigine è un valzerino country.Insomma è poco, nessun brano rimane realmente in testa concluso il disco e ci si stanca presto proprio perché sono le canzoni che mancano, sommergendo di noia l’ascoltatore. I dieci brani sono sinceri e onesti ma non raggiungono lo scopo che l’artista si era sicuramente prefissato. Speriamo in un prossimo lavoro a questo punto, non ce ne voglia l’autore.

 

NERDS ATTACK

Gianluigi Scamperle è Perlè, artista scaligero che in attesa di una fine che evidentemente non c’è stata, è ritornato con un secondo album schedulato volutamente pochi giorni prima di quello che doveva essere un fatidico 21 dicembre 2012. Seppur coadiuvato da una produzione artistica di assoluto rispetto (John Agnello e Giovanni Ferrario), seppur aiutato dalla collaborazione attiva di mestieranti di rispetto assoluto (JD Foster, Diego Sapignoli e Antonio Gramentieri), Perlè non riesce a compiere il balzo decisivo, l’agognato salto di qualità, lasciando(si) dietro un album a cui mancano purtroppo le canzoni. L’atmosfera vorrebbe essere quella dal sapore western, dal sapore delle murder ballad di penultima generazione, tra l’eterna lotta, tra l’eterno scontro, tra bene e male, tra il sacro (molto) e il profano (molto meno). Il cantato italiano non aiuta e salvo che in un paio di episodi, ‘Quanto Tempo Resta’ si risolve in un lavoro onesto ma senza quella originale passione che ne avrebbe fatto un disco realmente peccaminoso, un disco realmente profondo. [**1/2]

 

UN DISCO PER L'EUROPA: Quanto Tempo Resta di Perlè

È Perlè con il suo secondo album intitolato Quanto tempo resta (2012) il protagonista del sessantesimo appuntamento di Un disco per l’Europa (rubrica musicale realizzata da Thierry Vissol della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea in collaborazione con Luca D’Ambrosio diMusicletter.it e con la conduzione in studio di Luca Singer). Il disco del cantautore veronese è stato scelto e segnalato nel corso della trasmissione “22 minuti, una settimana d’Europa in Italia” di venerdì 12 aprile 2013 in podcasting sulla radio europea Euradionantes.eu, su tutto il circuito italiano di1 Radio 100 Città nonché su più di 100 siti italiani della rete Europedirect. Per ascoltare l’intera puntata e per saperne di più su Perlè e su questa iniziativa visitate il blog Un disco per l’Europa. 

 

LA MUSICA ROCK di Sanfabe

Il cantautore veronese Gianluigi Scamperle in arte Perlè arriva al secondo appuntamento discografico dal titolo “Quanto tempo resta”(La Rosa Records/ distr. Venus). Con la produzione artistica di John Agnello (Mark Lanegan), Diego Sapignoli e Antonio Gramentieri (Steve Wynn, Ribot e Hugo Race), JD Foster basso in “Vertigine” e Israel Nash Gripka nel pezzo “Luna piena”. Un album con scenari molto cupi, tra suoni post-rock, western e murder ballads, i testi che ballano tra il sacro e il profano, o il bene e il male dipende dai punti di vista. Intriso di citazioni dagli indiani d’America a Jim Morrison, collaborazioni di e grosso calibro e di tutto rispetto, un album autoreferenziale che verrebbe da dire. Oltre le referenze quest’album contiene molta intimità, o meglio molta forza nell’espressione degli stati d’animo di Perlè. Un album decisamente Rock, ci sarebbe piaciuto un po’ più colorito con il “peccato”. Con qualche dose in più sperimentazione e scacciando i fantasmi del primo lavoro IL BLU E Il NERO .Quanto tempo resta - traccia per traccia 1 – SOLAMENTE AMORE NON CI SALVERA’ è un’accusa rivolta a tutti gli illusionisti dell’amore, della fede e di ciò che viene etichettato come buono o non buono. Ogni cambio nasce solo da rivoluzioni. E qui, ci vuole una rivoluzione.2 – LE SCIMMIE NON TREMANO immagina un futuro scenario post apocalittico, dove tutto è perduto, in cui si evocano immagini di autodistruzione, di non vita, che forse, prima o poi, ci troveremo ad affrontare… L’uomo, tornato alle origini è una scimmia sconfitta da se stessa.3 – AVE MARIA è un dialogo con Maria, dove si invoca ancora una volta la sua grazia, nonostante il mondo non la stia affatto meritando. Rappresenta la fine della speranza terrena, per com’è adesso la vita terrena. La speranza ci offre la possibilità di andare avanti quando tutto attorno a noi sembra fermarsi. Oggi questa speranza è assente.4 – CHLOE Dea dei raccolti, del verde e della fecondità. Epiteto di Demetra, che rappresenta l’energia materna per eccellenza, Chloe ci può aiutare a sconfiggere il male, insediato dentro di noi, dando origine a nuova vita. Nel brano sono presenti citazioni a riti pagani funebri e tribali.5 – LA BAMBINA è una ninna nanna, dove il senso di amore e di protezione viene dato ad una bambina che dorme. La bambina è intesa come la parte fragile, pura ed inconsapevole dell’essere umano.6 - LA PRIMAVERA NON TORNERA’ rappresenta la fine. Di tutto. “… Giallo è l’oro che brucerà…”. Brucerà il grano, e l’uomo non avrà più di che sfamarsi.7 – VERTIGINE rappresenta il ricordo di un intenso incontro lontano, ormai andato, che conserva ancora nei ricordi la piena passione, pura, anche se legata ad un solo momento. La passione qui viene equiparata ad un senso di vertigine, unita all’arrivo di un uragano. Sbandamento e forza travolgente.8 – BUON COMPLEANNO è dedicata a lei, al grande amore di Perlè. Per lei è stata scritta nel giorno del suo compleanno, il 2 Ottobre 2011.9 – QUAL’E’ TUO NOME? è una preghiera rivolta a Dio, al Sacro Spirito, dove viene chiesto di mostrarsi, di rivelarsi. Oggi il mondo, vicino alla sua fine, ne ha bisogno più che mai.10 – LUNA PIENA è dedicato all’energia della luna, al momento in cui essa è nella sua massima espressione, quando la sensibilità di tutti gli esseri viventi è amplificata e quindi la ricettività aumenta. Ma anche un’energia potente, a volte fuori controllo, che può dare stati di agitazione, paura

 

 

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